Mu il Museo che (NON) c'è
“Vogliamo tutt'altro e abbiamo tutto il diritto di immaginarcelo” (Silvia Calderoni)
Molti anni fa il Ministero di Grazia è Giustizia avviò i lavori per la costruzione di un nuovo penitenziario a due passi dal centro abitato di Bonefro (CB). I lavori si fermarono subito dopo il completamento della cinta muraria, il nuovo penitenziario non occorreva più.
Da più di venti anni un muro in cemento armato alto 8 metri che cinge uno spazio “vuoto” fa bella mostra di se sulla collina.
Sontuoso e spettacolare, come sanno essere i muri che mettono in scena la potenza dello stato, il muro di oggi assume un significato altro che lo eccede.
È l'esibizione di qualcosa che non esiste o, detto altrimenti, mette in scena la messa in scena stessa.
Un luogo che si è fatto Teatro o, Installazione della migliore Arte Contemporanea o Performance che inesorabilmente durerà nel tempo.
Il muro, in prima progettazione, doveva proteggere il “fuori” oggi protegge dal “fuori”. Nei decenni, mentre il “fuori” si è sempre più piegato, assoggettato e addomesticato alle regole dell'economia e dell'industria agricola, all'interno del muro la natura si è potuta sviluppare libera, anarchica e rigogliosa.
“La poesia è un dono fatto agli attenti” Paul Celan
Hackerare il reale
MOMU ha eletto questo luogo a propria casa e l'ha chiamato MU, termine Giapponese che designa il concetto di nulla di vuoto.
È un museo che non c'è o, per dirla più correttamente, c'è in un altro modo, libero cioè da tutti quei paletti che limitano con aggressività la capacità immaginativa.
Agendo nelle maglie del reale, dilatando lo spettro del possibile, come un incantesimo MOMU ha sostituito il muro con una CORNICE e dentro, atti immaginativi capaci di prefigurare altre possibilità di futuro.
In questa cornice accadranno le invenzioni magiche degli artisti che di volta in volta saranno invitati.
Gesti, performance, riti, incantesimi, installazioni, visioni che potranno essere godute dal pubblico in realtà aumentata.